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Un archivio di dati, fatti e persone
"Questo archivio è una storia di persone". Così il sindaco Clemente Galbiati ha presentato sabato 22 in biblioteca il materiale documentario che compone l'archivio del Ponte della Memoria. Un faticoso lavoro di ricerca iniziato nell'ottobre del 2001 dalla sinergia di Legambiente, Comune di Seveso e Fondazione Lombardia per l'ambiente. Nei 31 faldoni sono raccolti e oridinati appunti, documenti, manoscritti legati al disastro del10 luglio 1976.
"Oggi presentando l'archivio riconosciamo che l'incidente del 1976 fa parte della nostra storia - ha affermato il sindaco Clemente Galbiati -. Si tratta dell'atto finale di un processo che ha ha visto coinvolte le amministrazioni prima della mia. Per me è un orgoglio valorizzare l'impegno di chi mi ha preceduto e che ha scritto questa storia".
L'archivio del Ponte della Memoria, in attesa di trovare collocazione nel centro studi della Fondazione, è conservato presso il circolo di Legambiente con cui il Comune ha firmato una convenzione per la gestione dell'importante documentazione.
"E' il frutto di un lungo e complesso processo di condivisione - ha raccontato Max Fratter, rappresentante di Legambiente che ha dato il via al lavoro archivistico - della disponibilità dei sevesini e della loro volontà di mettere al servizio della comunità un patrimonio di documenti unico al mondo".
"Le 350 cartellette che compongono l'archivio - ha continuato a spiegare Fratter - raccolgono per anni tutte le carte relative alla mole di iniziative e azioni amministrative e legali che hanno seguito il disastro. Inoltre ci sono 300 foto e 25 ore di filmati che raccontano quel periodo. È un'opportunità di studio unica: Seveso offre la possibilità di trasmettere la sua esperienza rendendo opportunità un fatto così drammatico".
Questa raccolta organica è la composizione di frammenti di memoria, documenti originali o fotocopiati, donati da chi è stato testimone dell'incidente diossina.
"Oggi si realizza un sogno - ha concluso Fratter - perché un archivio simili non ha eguali ed è la testimonianza di quanto le persone vogliano riscattare il marchio della diossina per farne oggetto di crescita e di esempio per tutti. Adesso il sogno ne alimenti un altro: all'archivio mancano le fonti orali che sono parte significativa della memoria. In futuro potremo raccogliere le testimonianze delle persone tramite interviste e comunque è ancora aperto l'invito a rendere disponibile ciò che si ha sul caso diossina".
Si.Gal.
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